BARCO

L'etimologia del toponimo è talmente incerta che non se ne può dare al momento una definizione pienamente giustificabile. Il più antico documento riguardante Barco di cui si è in possesso è una bolla papale del 1182, nella quale si conferma all'abate di Sesto al Reghena il possedimento di "Barcum".

Detta Villa dovette passare sotto la giurisdizione dei nobili di Panigai i quali ne divennero possessori feudali. Nel 1424 già esisteva la chiesa di Barco, ma si suppone che una primitiva cappella dedicata a S. Martino fosse esistita ancora prima del Mille insieme ad un piccolo borgo di capanne. La Villa faceva parte originariamente della Pieve di Lorenzaga, dalla quale nel 1667 venne smembrata costituendosi in Parrocchia. Una lapide incastonata nel muro esterno della chiesa riporta il nome e la data di morte (1680) del primo parroco di Barco, un certo Locatelli, facente parte molto probabilmente di una famiglia di signori già residenti in loco. La chiesa fu ampliata nel 1895 e nuovamente restaurata dopo il terremoto del 1976. In tale occasione, sulle facciate esterne sono stati scoperti dei piccoli archi romanici che dovevano essere della primitiva costruzione.
Caratteristico è il campanile, definito "la torre pendente del Friuli", per l'elevato grado d'inclinazione. Pare che la base abbia cominciato a sprofondare da un lato mentre la struttura era ancora in fase di costruzione. Barco è ancora ricca di molti edifici rurali caratteristici, coi loro mattoni a vista, preparati e cotti nella fornace Petri, che fu in piena attività dal 1890 al 1915, per poi essere fatta saltare in aria dalle truppe austriache nel '18. Altra caratteristica di Barco è l'argine, costruito alla fine del secolo scorso per contenere le piene del fiume Sile, le cui acque giungevano prima d'allora a ridosso dell'abitato di via dell'Argine.

Pare che per qualche secolo, e in modo particolare durante il '700, il corso del Sile servisse, grazie al collegamento col Livenza, da via di comunicazione e scambio mercantile con Venezia. Si pensa che il punto d'approdo delle barche fosse stato proprio davanti all'ancona che tuttora si trova tra via di Sotto e via dell'Argine. Purtroppo non esistono documenti che ci permettano di risalire all'epoca in cui la piccola cappella votiva è stata costruita.

Si suppone comunque sia molto antica e che il livello del terreno sul quale poggia il basamento sia quello originario. Sempre a ridosso del fiume Sile, che giunge a Panigai, si estende l'ambito di tutela ambientale denominato "palù", una delle poche zone umide della regione e preziosa riserva naturalistica.